Grande! Abbiamo un’offerta di lavoro. Dobbiamo solo firmarla ed il posto è nostro. Ci hanno già detto da quando possiamo cominciare. Ebbene si. I nostri sforzi per preparare la domanda di lavoro, per fare un perfetto colloquio, la nostra dedizione, la nostra volontà sono stati premiati. In questo articolo, capiremo come valutare un’offerta di lavoro.
Prepararsi al colloquio di lavoro:
Ma è proprio questo il momento più importante per fermarsi e riflettere, ed anche il momento in cui siamo più deboli.
La tentazione è ovvia. Dopo tanti tentativi, tanti colloqui andati a vuoto (in realtà si impara anche dai colloqui che non portano ad una offerta, ma ne discuteremo altrove), finalmente ci propongono un contratto di lavoro, vorremmo semplicemente firmare in fondo e riconsegnarlo. Non vogliamo nemmeno sentir dire “ma cosa c’è sul piatto? Quale è lo stipendio? Com’è l’azienda?” – siamo stanchi e provati e vogliamo solo concludere.
Tuttavia dobbiamo prenderci un momento (sia esso alcune ore o giorni) e valutare attentamente cosa ci stanno offrendo.
Sono ahimè numerosissimi i casi in cui pochi giorni o mesi dopo aver iniziato un nuovo lavoro ci si sente tristi, insoddisfatti, persino turbati. Il motivo? Il lavoro non è quello che ci aspettavamo.
Per evitare di finire in questa condizione, vi propongo alcune brevi considerazioni da fare riguardo il ‘potenziale’ nuovo impiego.
Se volete che approfondisca uno od alcuni di questi aspetti lasciate un commento!
A proposito, la prima regola è la più importante: Chiedete un’offerta o proposta di lavoro scritta. Ricordate “Verba volant et scripta manent”.
Stipendio
Non è una mera questione di denaro. Ovviamente lo stipendio offerto deve essere sufficiente a mantenere il tenore di vita che desiderate.
Ma c’è anche un altro lato della questione. Sentirsi ‘non pagati abbastanza’ vi demotiva, vi svilisce e renderà difficile dare il meglio sul posto di lavoro, con le ovvie conseguenze: insoddisfazione, scarsa resa, mancate promozioni, ecc.
Il momento migliore per discutere o negoziare il vostro salario è proprio quando si riceve l’offerta di lavoro. Dopo aver firmato il contratto, almeno per i primi 12-18 mesi, sarà molto dura ottenere un aumento di paga.
Se volete che dedichi un articolo all’argomento ‘negoziare lo stipendio’ lasciate un commento.
‘Benefits’ e ferie
Parliamo di ‘aggiunte’ al mero stipendio, che creano una situazione di comfort nel nuovo impiego. Alcuni esempi: mensa aziendale o buoni pasto; telefono aziendale (anche cellulare); desk e computer fisso; auto aziendale o rimborso carburante (al di là delle eventuali trasferte).
Ovviamente chiedete quante ferie sono nel contratto e soprattutto con che meccanismo poterle richiedere. Non fatevi bloccare nel classico ‘ferie solo agosto e dicembre’.
Costi nascosti
C’è ne sono di vario tipo. Il più ovvio è il tragitto. Se usi l’auto quanto costerà? Carburante e/o pedaggio autostrada?
Dobbiamo considerare i cosiddetti ‘straordinari fantasma’. Per esempio se dovete imparare ad usare un software o una macchina ed il tempo che impiegate ad apprendere è ‘fuori busta paga’, è come se faceste degli straordinari non pagati. È importante discutere di formazione interna in sede di offerta di lavoro.
Ambiente di lavoro
Con chi lavorerai? Lo/La o li hai conosciuti in sede di colloquio? Si sono presentati al momento dell’offerta di lavoro? È un posto silenzioso o parlano tutti ad alta voce? Avrai uno spazio tuo, oppure sarai circondato da colleghi? Ti hanno mostrato dove lavorerai? Se dovrai lavorare in laboratorio o capannone, è sufficientemente confortevole?
Questo fattore è meno importante se lavorerete in smart working.
Orari e viaggio (esigenze familiari)
Per chi vive vicino ad una grande città saprete bene che è ben diverso recarsi in centro alle 10 di mattina invece delle 7:30-8:00. Se gli orari di lavoro sono quelli canonici, a che ora dovrete svegliarvi per arrivare puntuali? La distanza dal luogo di lavoro vi lascia spazio per soddisfare le vostre esigenze familiari (es. accompagnare i figli a fare sport o altre attività)?
In sede di offerta di lavoro potrete chiedere, per esempio, se è possibile iniziare il turno più presto o più tardi per assolvere alle vostre esigenze. Se incontrate una assoluta mancanza di flessibilità, potreste chiedervi se tale sarà l’atteggiamento per ogni richiesta in futuro.
Flessibilità e cultura aziendale
Come dicevo sopra, una certa flessibilità da parte del datore di lavoro è un requisito minimo. Ricordate che chi vi da impiego chiederà e si aspetterà sempre molta elasticità e flessibilità da parte vostra. Mi pare dovuto che anche l’azienda si dimostri sensibile alle vostre richieste, fin dal momento della offerta di lavoro.
Più in generale, un’azienda con una cultura aziendale che considera i dipendenti come una VERA risorsa è quello che vogliamo tutti. Se siete in grado di contattare qualcuno che lavori o abbia lavorato in azienda potrete scoprire questo e come si comportano direttori, capi reparto, ecc.
Il mio consiglio è di cercare di ottenere queste informazioni prima di inviare la domanda di lavoro. Utilizzate i social media, forum, blog per cercare ex-dipendenti ed attuali dipendenti della compagnia e chiedete come si trovavano. Fare questo dopo aver ricevuto l’offerta di lavoro è ‘rischioso’. Infatti il potenziale datore di lavoro potrebbe tracciarvi e non essere contento che non vi ‘fidate’ o ‘accontentate’ della sua parola.
Livello di responsabilità
Dovete farvi spiegare nel dettaglio le mansioni che dovreste svolgere. È anche importante capire a quale livello di responsabilità sareste assegnati. Attenti, perché su questa base si definisce quali richieste il datore può avanzare nei vostri confronti e vanno oltre la vostra responsabilità o mansioni.
È assolutamente necessario fare queste verifiche prima di firmare l’offerta di lavoro.
Titolo richiesto per la funzione
Anche questa voce non è né scontata, né banale. Se siete assunti come livello ‘perito elettronico’ e vi assegnano mansioni che solo un ‘ingegnere IT’ può svolgere, vi troverete subito in difficoltà.
Vi chiederete “ma il mio CV l’hanno letto e poi abbiamo parlato al colloquio”. Eppure più del 20% di chi trova impiego nel settore ‘tecnico’ scopre che per quel ruolo servono (de facto o per legge) titoli che non possiede e deve, ahimè, rinunciare al lavoro dopo poco.
Piano di crescita professionale
È un’ottima domanda da fare durante il colloquio ed un ‘must’ da chiedere in sede di valutazione offerta di lavoro. Esiste un piano o programma di crescita professionale nell’azienda? Vi forniranno opportunità e strumenti per avanzare (promozioni) e migliorare il vostro know-how?
Ricordate che l’idea del posto di lavoro stabile per tutta la vita è ormai una vera rarità. Se non migliorate in alcun modo il vostro Curriculum Vitae durante una esperienza lavorativa, come farete a trovare il prossimo impiego (se necessario)?
Concludo qui, ma vi lascio con un ultimo ‘memento’. Non fate domanda di lavoro in un’azienda con l’acqua alla gola (pessime finanze, riduzioni personale in corso, ecc.).
Se possibile evitate i settori in riduzione e puntate su quelli in espansione. Se volete che approfondisca quest’ultimo punto lasciate un commento.
Per consigli sulle offerte di lavoro e altro ricordate il mio servizio mentoring: https://giuliosolferino.com/book-an-appointment/