Disturbi dell’apprendimento, la rivincita di Nathan

Nella mia carriera come tutor universitario e come mentore ho avuto occasione di supportare e guidare studenti con disturbi dell’apprendimento. Grazie alla formazione specifica ricevuta (‘Postgraduate Certificate in Teaching and Learning’ ed altri corsi) sono stato in grado di capire i limiti e le potenzialità di questi miei tutees e mentees, ed ho creato una mia personale ‘guida’ al mentoring di chi ha disturbi nell’apprendere.

Mi sento in dovere di fare un distinguo. C’è una grande differenza tra il cominciare a supportare uno studente consapevole di avere un disturbo dell’apprendimento ed invece realizzare ‘in corso d’opera’ che il tutee o mentee con cui si sta lavorando per migliorare voti, potenziare il metodo di studio oppure preparare un progetto (es. tesi di laurea) ha un disturbo dell’apprendimento. Nel primo caso, spesso lo studente ha già imparato delle tecniche per ridurre l’impatto del suo disturbo sugli studi e si presenta proattivo nel seguire i consigli del mentore o tutor. Se invece è il mentore a capire che qualcosa non va, per esempio correggendo dei testi scritti dal mentee (preposto che il mentore abbia le conoscenze giuste per verificare o almeno sospettare un possibile disturbo), è necessario discutere l’argomento con il tutee o mentee con grande delicatezza.

Non esiste un approccio standard ed ogni persona reagisce in modo diverso se facciamo presente che potrebbe avere un disturbo di apprendimento. Personalmente, in queste situazioni come mentore pongo sempre la questione in forma di domanda e faccio tutto il possibile per indirizzare il mentee/tutee verso strutture in grado di diagnosticare e definire il possibile disturbo. Un esempio ed un riferimento per me era il DDS (Disability Desk Service), presso Royal Holloway University, che si occupa esclusivamente di supportare studente con disabilità, inclusi disturbi dell’apprendimento. Sono orgoglioso di poter dire di avere completato vari corsi di formazione sull’insegnamento a studenti con disabilità, organizzati da DDS. Simili strutture sono presenti in tutte le università ed anche a livello di sanità pubblica od associazioni (es. https://www.aiditalia.org/it/dislessia-che-fare).

Quante persone hanno disturbi dell’apprendimento? È raro?

Innanzitutto definiamo in maniera corretta questi problemi di apprendimento. Clinicamente vengono chiamati Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e definiti come differenze nella capacità di leggere, scrivere e calcolare in modo corretto e fluente. Attenzione bene alla definizione. Sono differenze non difetti o mancanze, dipendono dal funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo che sono diverse in chi è diagnosticato avere questi disturbi.

Quindi quante persone hanno una differente modalità di funzionamento neurale? In Italia si stima che siano oltre due milioni le persone con DSA. In generale circa il 7% della popolazione ha una forma dislessia seria, ma se consideriamo i sintomi lievi arriviamo al 20%. Va da sé che non si tratta di casi rari e ogni buon mentore e tutor deve conoscere e sapere affrontare questo tipo di disturbi nei suoi studenti.

Storia di Nathan – passione per la ricerca ostacolata dai DSA

Nathan mi ha contattato nel 2016. Aveva completato la laurea di base in Geologia presso un’università del sud Inghilterra e cercava un mentore che gli facesse da supervisore per un progetto di tesi specialistica di ricerca (Master by Research) in petrologia. Dopo un incontro in videoconferenza gli proposi una tesi sulla petrologia dei depositi minerari di rame e cobalto del Distretto dei Laghi inglese.

Nathan svolse un ottimo lavoro di terreno e di laboratorio. Come suo mentore gli consigliai di apprendere molte tecniche d’analisi utilizzate nel settore minerario e nella ricerca, e lo supportai nell’analisi dei dati che aveva raccolto, da cui traemmo importanti conclusioni sulle mineralizzazioni di rame e cobalto. Prima di completare la tesi Nathan mi disse di voler fare un dottorato di ricerca e gli consiglia di presentare domanda per una borsa di dottorato presso la Royal Holloway University stessa. Nathan venne selezionato per un colloquio ma, con mia sorpresa, il colloquio non andò bene e non ricevette l’offerta della borsa di studio. Il mio ruolo di mentore mi imponeva di capire perché le cosse non fossero andate per il verso giusto, ma Nathan preferiva non discuterne.

I problemi divennero chiari quando Nathan stava scrivendo la parte finale della tesi di laurea, ovvero quella più critica delle discussioni (leggete anche: https://giuliosolferino.com/iniziare-scrivere-e-completare-la-tesi-di-laurea/). Nathan ebbe un blocco e, discutendo possibili soluzioni, emerse che aveva una forma piuttosto seria di dislessia. Nathan riusciva con il supporto del DDS a preparare testi scritti decentemente, che io correggevo senza eccessive preoccupazioni, ma quando lo sforzo cognitivo diventava molto impegnativo il problema si esacerbava. Chiesi immediatamente di poter assumere anche il ruolo di tutor per Nathan, che mi autorizzava a supportarlo maggiormente nella scrittura della tesi.

Lavorammo a ‘quattro mani’ per due settimane da mattina a sera, anzi, Nathan finiva le figure lavorando anche dopo cena. Nathan riuscì a completare la tesi entro le scadenze prefisse e ricevette commenti lodevoli dai due controrelatori esterni (ovvero esterni all’università di Royal Holloway). I miei colleghi si complimentarono con me per come avevo gestito il problema integrando il ruolo di mentore (relatore) con quello di tutor.

Obiettivo: Ottenere una borsa di dottorato

Oltre ad una tesi brillante preparammo assieme (e con altri due coautori) un articolo scientifico, pubblicato sulla rivista internazionale ‘Mineralogical Magazine’.  A quel punto Nathan aveva ‘i titoli’ per ambire ad una borsa di dottorato.

Anche se Nathan non era più studente di Royal Holloway continuai ad essere suo mentore per molti mesi. Lo aiutai a preparare un Curriculum Vitae di grande effetto e scrissi alcune lettere di referenze per varie domande di dottorato che Nathan inviò ad università britanniche ed irlandesi. Finalmente, Nathan ottenne un colloquio per una borsa di dottorato presso l’università di Loughborough. Era il momento di fare una preparazione specifica per il colloquio.

Mentoring significa supportare uno studente o più in generale un mentee in tutto ciò che necessita. In questo caso a Nathan non serviva qualcuno che gli correggesse un testo scritto, suggerisse quali corsi di perfezionamento frequentare, lo supportasse nello scrivere un progetto, bensì doveva migliorare nel colloquio diretto con un ‘esperto’.

Per questo motivo organizzai assieme ad alcuni colleghi volenterosi tre sessioni ‘mocking interview’ (vedete anche questo video https://www.youtube.com/watch?v=9OL-poCSR80 al minuto 02:01 per una breve spiegazione).  Due sessioni erano in videoconferenza, mentre una fu organizzata come un vero colloquio di lavoro, a cui ci presentammo vestiti in modo formale ed immaginando di non conoscerci.

Dopo ciascuna ‘mock interview’ io ed i colleghi che avevano partecipato nel ruolo di ‘recruiters’ inviammo a Nathan un ‘feedback’, ovvero delle note su come si era espresso, cosa migliorare, cosa andava bene e cosa non avrebbe dovuto dire. Ma soprattutto eravamo riusciti, con domande pressanti e mantenendo un tono distaccato a ricreare il clima di un colloquio di lavoro piuttosto duro, così che Nathan si era abituato a rispondere alle domande anche quando era a disagio.

Come potete immaginare questa storia ha un lieto fine. Nathan fece un’ottima impressione durante il colloquio per il dottorato a Loughborough ed ottenne un’offerta di borsa di studio. Essere stato suo tutor e mentore è fonte di orgoglio, oltre che essere stata un’esperienza formativa molto importante per me.

Oggi Nathan sta svolgendo un dottorato in chimica inorganica su un progetto collegato ai giacimenti minerari, il tutolo è “Pb Isotope imaging of ferromanganese crusts using LA-MC-ICP-MS” presso la Loughborough University (UK).

Servizio mentoring: https://giuliosolferino.com/corsi-online-one-to-one-11/

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